La nostra storia

 

Come in tutti i paesi, la sua piccola storia recente, anche quella relativa al gioco delle bocce, è ricordata dagli anziani che anche a questa pubblicazione hanno collaborato con passione attraverso fotografie e racconti…

Già nel periodo anteguerra esistevano a Vignate i campi da gioco alla “milanese” cioè con argini all’interno del campo. Dai racconti degli anziani gestori delle osterie. dell’epoca, dal “scior Menni” alla “sciora Biglioli” si riscontrano I’esistenza di campi già intorno al 1920.

I campi da gioco collegati all’osteria-trattoria, servivano come veicolo commerciale che faceva leva sulla possibilità di divertimento per la gente.

Riportiamo una foto degli anni Cinquanta che ritrae appassionati boccisti in una probabile partita domenicale sul campo del “Scior Menni”…

Anche nel cortile del “Berto Marieton”, all’inizio di via Roma, esisteva un campo da bocce con osteria, poi spostatasi – intorno agli anni Tîenta – alla “Rinascente”in via Volta.

L’osteria della stazione in via Manzoni eradetta “del scior Gioan” (1940-L970) che era stato preceduto nella gestione dalla famiglia Galimberti: lì esisteva un campo da bocce molto frequentato, che, dopo un certo periodo, fu affiancato dal gioco del pallino.

In piazza della Chiesa, nell’attuale sede della bocciofila “Arrigoni” – gestita negli anni 1927 /1930 dalla famiglia Il,aspagni, poi dai fratelli Bari, quindi dal 1936 al 1938 dai Lazzari, dal’38 al’47 dallafamiglia “Biglioli” e, infîne del “scior Attilio” fino al 1974 – il campo da bocce era la grande attrazione degli appassionati Vignatesi.

Il “Tabacchee” in via Vittorio Veneto rimosse, durante la gestione Tþavi intorno agli anni Tlenta, gli orti di famiglia per dare spazio al gioco delle bocce alla milanese. L’osteria fu rilevata poi, nel 1937 dalla “sciora Savina” e fu quindi lasciata nel 1962 alla famiglia Magenis, che ha chiuso definitivamente il mitico “tabacchee” nel 1999. La bocciofìla, tuttavia, aveva già chiuso i battenti negli anni Ottanta.

E non solo Vignate, ma anche S. Pedrino, dagli anni Trenta, aveva, presso I’osteria Faini, il suo gioco di bocce alla milanese, caratterizzato da un solo argine all’interno del campo.

Non possiamo poi dimenticare il più antico gioco del “pallino” del quale non abbiamo documentazioni fotografiche, ma che, con la semplicità delle sue regole, attirava molti sportivi e che a Vignate si giocava dal “Padèla” in via Volt a, alla “Cooperativa del Popolo” in via Marconi e, come già detto, per un breve tempo dal “scior Gioan”.

Queste le regole del gioco: si metteva un pallino al centro di un cerchio ad una distanza uguale per tutti (circa 10 metri) e si lanciavano a parabola bocce di grosse dimensioni per colpirlo o comunque far punti. Anche chi solamente gli si avvicinava, infatti, era segnalato da altri cerchi per il punteggio.

Era questo un gioco che, in compagnia e in allegria, legate ad una buona bevuta, iniziava la domenica mattina con la sfida dell’aperitivo e continuava il pomeriggio con pane e salame, con una bella cantata e, per i più accaniti, con una bella sbornia, la cosiddetta “patarlàca” che, come ti alzavi dalla sedia, dovevi aggrapparti per non finire a ruzzoloni sotto il tavolo.

Questo delle bocce era un mondo genuino, un mondo semplice e popolare… Ma poi si sviluppa I’atteggiamento competitivo e il gioco, da passatempo, tende a diventare, per una certa categoria di persone, una manifestazione di superiorità. Si costituiscono così le società che organizzano delle vere e proprie gare per questi “artisti” delle bocce che con la loro bravura danno spettacolo e sono in grado direalizzare delle partite capolavoro.

La prima società bocciofila a Vignate fu costituita negli anni Sessanta, quando un gruppo di appassionati a capo dci quali era Giuseppe Pavanello, fondò la “Brioschi”, una socictà bocciofila cui fu dato il nome di un martire vignatese della guerra. Essa aveva il proprio campo dal “‘Tabacchee”, dove si giocava alla milanese.

Di questa epoca non abbiamo documentazione fotografica, ma solo il ricordo orale delle persone che ne furono protagoniste, e che furono mosse da vero entusiasmo e passione.

Col passare degli anni la società cambiò nome in “Emilio Trenta”, un giovane vignatese scomparso prematuramente, e fino al 1970 aumentò sempre più i suoi iscritti e appassionati.

Alla “E. Trenta” succedette la “Longoni mobili”, sponsorizzata da un artigiano brianzolo insediatosi a Vignate dagli anni Sessanta fino al 1978; fu quello il periodo più prolifico della bocciofila anche se ci fu una scissione e la nascita della “Cantarello”, sponsoúzzatada un artigiano vignatese e guidata dal presidente Rudi Pavanello. I suoi campi erano alla trattoria Rinascente” in via Volta ed erano campi all’italiana. Dopo pochi anni, però, essi dovettero cedere alle esigenze del progresso edilizio.

Dal 1978 al 1980 la “Longoni”, che fu guidata da Nazareno Ruggeri, aveva i suoi campi da gioco sempre dal “Tabacchee”.

Da quel periodo a Vignate ci fu un’assenza di campi da gioco all’italiana e ciò continuò fino al 1994 con la fondazione della società “Vigna”, di cui fu presidente il compianto Giuseppe Pavanello, la quale fino all’apertura in paese del nuovo bocciodromo nel 1999 utilizzò i campi del bocciodromo di Cassina de Pecchi. A Giuseppe Pavanello successe poi il fratello Alberto Pavanello.

Dal 2002 Ia società si ricompone sotto la presidenza di Luigi Varisco che, con i suoi collaboratori, apre ai ragazzi, organizzando una scuola-bocce gestita da Danilo Cremonesi, e al gentil sesso, dando vita così, oltre ad un consistente numero di simpatizzanti, ad un ambiente accogliente e familiare. Il gioco delle bocce, dunque, a Vignate continua e quello che sarà in futuro altri lo scriveranno…